Bellezza Senza Nome

cineraria in fiore scogliera isola d'Elba
golfo di Procchio - Viticcio
dal golfo di Procchio il Monte capanne
spiaggia sconosciuta tra Viticcio e Punta Penisola all'isola d'Elba
scogliera in fiore tarda primavera Elba
spiaggia tra le scogliere all'isola d'Elba
cineraria sugli scogli dell'isola d'Elba
grossi massi sulla spiaggia di Viticcio all'isola d'Elba
trasparenze spiaggia Viticcio Elba
strati geologici sulla spiaggia
spiaggia vista dal mare a Viticcio
spiaggia vista da ovest del golfo di Procchio
sassi e ghiaie sulla spiaggia nel golfo di procchio
ciottoli dell'isola d'Elba golfo di Procchio

Durante i fine settimana estivi, in questo golfo si danno appuntamento una quantità di Yacht, motoscafi, gommoni e barche di tutti i tipi. Nelle poche ore che intercorrono tra la colazione ed il pranzo, quello che appariva come uno specchio d’acqua capace di contenere un branco di balene, diventa il disordinato ancoraggio di una torma di marinai della domenica. Prima di passare qualche ora su questa piccola spiaggia senza nome tra Viticcio e Punta Penisola, tale raduno mi risultava incomprensibile, adesso non più.
In un post precedente avevo descritto come il più grande golfo dell’isola che prende il nome da una località più o meno al centro, Procchio, nella sua parte orientale presenti una serie di altre insenature, a tutti gli effetti dei “sotto-golfi”, tra i quali due sono da ricordare per la presenza di hotel e appartamenti per vacanze tra i più ricercati dell’isola: la spiaggia di Forno e quella della Biodola.

 

spiagge isola d'Elba - Viticcio

 

Attenti ai Gabbiani e alle scivolate
Un’altro di questi “golfi nel golfo” è Viticcio, località che conta alcune piccole spiagge una diversa dall’altra. 
Quella di cui vi sto parlando è la più occidentale e si raggiunge bene solo via mare, a piedi presuppone di percorrere un tratto di scogliera di circa 200/300 metri a ovest dell’omonimo borgo, ma non fatelo se non siete in ottima forma e pronti ad affrontare tratti in cui bisogna arrampicarsi per rocce scivolose e frastagliate. Non fatelo comunque nei mesi di aprile-maggio e fino a metà giugno, poiché tra queste rocce nidifica il gabbiano reale che non gradisce affatto visitatori della nostra specie, oltre ad irritare pericolosamente gli adulti, spaventereste i pulcini, i quali nella fuga possono scivolare e cadere rovinosamente, come fanno ogni anno.
Se in qualche modo arrivate su questa spiaggia, scoprirete il motivo dell’affollamento diportistico-feriale, questo golfo oltre ad essere ben riparato è … bellissimo! 
E credo che proprio la bellezza straordinaria del luogo attragga la pilotina del residente ed il mega yacht di passaggio. Il verde della vegetazione mediterranea scende fino a pochi metri dal mare e la scogliera non è mai ripida e severa, ma dolce come il fondale sabbioso, non profondo e coperto da una sterminata prateria di poseidonia. 
Ad oriente il golfo è chiuso dalla penisola dell’Enfola, con l’inconfondibile collinetta in mezzo al mare, mentre ad occidente si erge imponente il Monte Capanne, preceduto da una serie di rilievi collinari verdissimi, come fossero quinte di un teatro naturalis. 
Da questa spiaggia senza nome il colpo d’occhio è insufficiente per contenerne tutta la bellezza, allora è meglio perdersi nei dettagli e soltanto dopo metterne insieme i pezzi.

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Qualcosa che non si trova nei Supermercati
Prima di tutto la scogliera, coronata dalle fioriture giallo oro di cineraria ed elicriso, poi gli arbusti e gli alberelli della macchia mediterranea che adattano i loro corpi ai venti di mare a cui sono esposti ed emanano un profumo che non troverete in nessun negozio, poiché alle resine delle piante si mescolano la salsedine e gli infiniti profumi del mare. 
Poi la disposizione delle rocce, delicatamente ma decisamente appoggiate sul breve litorale da una mano sapiente, quella della montagna elbana, un possente plutone granitico che durante la sua emersione dal mare ha scompaginato i fondali marini sovrastanti. Se vi arriverete via terra, noterete che prima della spiaggia si deve percorrere un tratto di liscia roccia grigio scuro, la quale forma anche gli strati sovrapposti che emergono alle spalle della nostra spiaggia e che le donano la primitiva bellezza che subito si percepisce. E’ questa una marna, derivante da antichi sedimenti di “fanghi” oceanici, originatesi quando sul nostro pianeta la facevano da padroni i dinosauri. In alcuni punti fa capolino il granito proveniente dal Monte Capanne che ha spinto verso l’alto e si è infilato in strati geologici molto più antichi, creando quel meraviglioso caos che vi piacerà più di qualsiasi ordine umano.

Il Sacro e il Profano
E’ una spiaggia piccola e giovane, non vi si trova sabbia, ma ghiaia fine e ciottoli più o meno grossi, essi provengono tutti dall’incessante lavorio che il mare fa sulla scogliera, se vi piacciono le infinite forme della natura potreste passarci l’estate ad osservare le venature che percorrono i sassi levigati dalle onde.

Tutti quei natanti a pochi metri dalla riva, talvolta rumorosi, comunque sempre dotati di motori che non emettono profumo di lavanda, certamente tolgono una parte del fascino al luogo, ma con la stessa rapidità con la quale sono venuti, se ne andranno e la nostra piccola spiaggia accoglierà di nuovo i gabbiani e gli altri abitanti dell’incerto confine tra la terra e il mare, come ha fatto per migliaia di anni e come continuerà a fare nonostante la nostra saltuaria e massiccia presenza. Se noi potessimo ritrovare quell’idea prescientifica di sacralità dei luoghi, dovremmo attribuire a questa silenziosa, piccola e non nominata spiaggia un valore molto elevato, contabilizzabile almeno nei milioni di anni che le ci sono voluti per apparire nella sua attuale semplice magnificenza.

Graziano Rinaldi

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