Cosa vedere all’isola d’Elba

cosa fare isola d'Elba_pianosa escursione

Dopo mezz’ora di navigazione da Piombino verso Portoferraio, l’idea che l’isola d’Elba sia una piccola isola crollerà dinanzi alle belle ed interminabili scogliere che vi staranno scorrendo davanti.
Questi dieci suggerimenti di luoghi da non perdere all’Elba, sono il frutto di una vita trascorsa sull’isola e del desiderio di darvi un’idea il meno approssimativa possibile della realtà insulare, della sua bellezza, della storia plurimillenaria, di scorci paesaggistici ineguagliabili e di un’umanità che ha sempre vissuto il limite dell’insularità con l’orgoglio di una consapevolezza antica che oggi sta scomparendo, annacquata e corrotta nella commercializzazione turistica.
Se abbinerete, tempo permettendo, queste dieci visite alle dieci esperienze proposte in un mio precedente articolo, potrete ragionevolmente incominciare a conoscere l’isola d’Elba sul serio… ma ne bastano anche la metà!

cosa fare isola d'elba_portoferraio

 

Cosmopolis Vi Stupirà
Il primo luogo da visitare che vi segnalo è toccato ogni anno da centinaia di migliaia di persone, ma solo un’esigua parte di costoro dedicherà qualche ora alla visita del capoluogo dell’isola.
In molti pensano che Portoferraio sia semplicemente il principale porto di sbarco/imbarco per il continente, pertanto una mera posta di passaggio, rumorosa, moderna ed insignificante come tanti altri non luoghi e forse anche inquinata.
A favore di questa supposizione gioca il negativo impatto visivo di due grattaceli anni sessanta che si protendono verso la banchina dove i traghetti sbarcano auto e passeggeri.
Posso condividere che la zona portuale debba essere accuratamente evitata, ma se appena vorrete dedicare una mezza giornata al centro storico e alle spiagge di Portoferraio, vi regalerete esperienze di grande piacere.
Il centro storico è infatti una piazzaforte cinquecentesca, fondata da un principe condottiero della stirpe medicea, in questo post racconto come viene fondata la città. E di una città di fondazione si tratta, ovvero in un certo momento della storia del rinascimento fiorentino, esattamente il 1548, per motivi strategico militari, su un antico insediamento di epoca romana e poi medioevale, venne velocemente costruita una città nuova e cosmopolita, da qui il nome col quale venne ribattezzata nell’occasione: Cosmopolis.
Lasciate l’auto dopo il porto commerciale ed inoltratevi a piedi lungo la darsena medicea, l’antico porto cinquecentesco intorno al quale fu costruita Cosmopolis.
Già questo sarà uno spettacolo.
Lungo il percorso bei negozi alla moda e qualche “osteria new age” vi introdurranno alla città fortificata, all’interno della quale troverete qualche buon ristorante, pizzerie, un po’ di movida, ma soprattutto potrete incamminarvi lungo le antiche vie che portano verso le due fortificazioni che dominano la città: Forte Falcone e Forte Stella che potrete visitare pagando un modesto biglietto d’ingresso.
Trovandovi ora in alto potrete ammirare le bianche scogliere di Portoferraio che descrivo in questo articolo e che vi toglieranno, se ce l’avevate, l’idea che Portoferraio sia solo un posto di passaggio.
Un’altra cosa potrete visitare tra i due forti è la residenza ufficiale di Napoleone, l’altra si trova in campagna, ma questa è quella dove l’ex imperatore trascorse più tempo ed è anche più interessante dal punto di vista paesaggistico ed archeologico, in questo articolo parlo dell’arrivo di Napoleone all’Elba e in questo di una donna che ebbe un’enorme influenza sul piccolo grande uomo.
A questo punto avete due possibilità: scendere dalla parte della Torre del Martello, la fortificazione a mare oggi sede del museo archeologico, oppure verso la porta a terra.
In ambedue i casi non vi pentirete della scelta.
Così come sono certo non vi dispiacerà di aver dedicato qualche ora a questa città rinascimentale tanto marziale quanto amabile.

cosa fare isola d'elba_volterraio

Il Simbolo dell’isola d’Elba Vi illuminerà
Per visitare questo luogo storico è necessario armarsi per una passeggiata di 40 minuti/ 1 ora in ripida salita.
Già questo seleziona i visitatori.
Ma se la salita non vi scoraggia, il premio sarà superiore al sacrificio.
Si tratta della fortezza-simbolo dell’isola, una rocca mai espugnata che sorge su un ripido colle di rosso diaspro di fronte al golfo di Portoferraio. Il suo nome è Fortezza o Castello del Volterraio, restaurata nel 2015 dal Parco Nazionale, è una delle mete più suggestive dell’isola d’Elba.
Capisco che non tutti possano impegnarsi in questa aspra scampagnata, ma se potete fatelo.
Prima di lanciarvi sul sentiero lascerete il vostro mezzo di trasporto parcheggiato in una piazzola ben segnalata lungo la strada provinciale che unisce Portoferraio col versante orientale dell’isola, infatti proprio questo fu il ruolo della rocca: controllare e difendere il passaggio del minerale di ferro estratto ad oriente e trasportato verso il golfo di Portoferraio. In realtà il Volterraio è un maniero di origine antichissime, certamente c’era già in epoca pre-romana, vale a dire etrusca, poi, in epoca pisana-medioevale diventò una torre di guardia in collegamento con altre simili sparse sulle alture strategiche dell’isola che verosimilmente comunicavano con segnali di fuoco/fumo (proprio come si vede nel “Signore degli Anelli”!). Fu ampliato e restaurato fino al XVII secolo per poi cadere in rovina, immaginiamo con grande sollievo dei soldati ordinati di guarnigione in questo luogo sperduto nel Mediterraneo.
Vi invito a leggere questo breve articolo sul nido dell’avvoltoio, poiché sembra che Volterraio derivi dalla parola etrusca avvoltoio.
Il consiglio è di affrontare la breve ma intensa ascesa nel tardo pomeriggio, di modo che possiate assistere al tramonto che avvolge coi suoi colori caldi i golfi e le quinte delle colline sottostanti, è senz’altro uno dei punti panoramici più intensi dell’intera isola.

cosa fare isola d'elba_lavatoi rio nell'elbaUna passeggiata tra Mito e Storia: i lavatoi di Rio Nell’Elba
E’ passato poco più di un cinquantennio da quando sono caduti in disuso, ma la visita ai vecchi lavatoi di Rio nell’Elba ci riporta indietro in un tempo che pare arcaico.
E’ questo uno dei luoghi più visitati del versante orientale e lo merita, se non altro perché anche il contesto ambientale si presta ad altre interessanti visite.
I lavatoi come li vediamo attualmente sono stati costruiti dopo l’unità d’Italia, precisamente nel 1873 e successivamente rimaneggiati, originariamente erano ubicati poco sopra, dove adesso si trova la stazione di pompaggio dell’acqua. All’interno troverete pannelli descrittivi con spiegazioni minuziose e molto altro al centro visite del Parco Nazionale che si trova proprio di fianco ai lavatoi.
Quello che rimane oggi di questa antica istituzione è la sensazione di essere entrati nell’intimità delle antiche genti del piccolo borgo collinare e minerario. Molto prima del XIX secolo i lavatoi hanno infatti rappresentato un luogo di socializzazione per la gente del paese che non aveva acqua corrente in casa, le donne vi andavano a lavare i panni e gli uomini, quasi tutti minatori, si toglievano di dosso la terra nera di ematite prima di tornare a casa o di fare tappa all’osteria.
(Leggi il post su un luogo particolare nelle antiche miniere di ferro)
Al di là delle particolarità architettoniche e storiche, quel che vi invito a “respirare” nei vecchi lavatoi è la storia antichissima di una civiltà mineraria, interrottasi nel passato recente dello sviluppo turistico: gli anni sessanta del secolo scorso.
Quello che ne ricaverete è tra l’altro, una diversa cultura della risorsa acqua, poco sopra i lavatoi vi sono infatti le vecchie fonti, oggi poco affluenti, ma evidentemente nei tempi passati, quando c’era più abbondanza del prezioso liquido, doveva essere uno spettacolo. Lungo le vie del piccolo borgo collinare, uno dei più antichi dell’isola se non il più antico in assoluto, potrete leggere affissi ai muri lungo le vie del paese, alcuni estratti di statuti medioevali.
Insomma ai vecchi lavatoi di Rio nell’Elba e d’intorno, vi potrete gustare un’isola che non c’è più.

cosa fare isola d'elba_spiagge isola d'elba

Isola di Pianosa per Volare Alto
Fino a qualche anno fa era un inaccessibile scoglio per detenuti con lunghe pene da scontare, la chiusura del carcere di massima sicurezza e l’entrata nel Parco Nazionale ha fatto sì che l’isola si aprisse pian piano al turismo.
Oggi un piccolo traghetto di linea parte tutti i giorni dall’Elba e in 45 minuti vi depositerà sulla mitica Pianosa. Per informazioni sugli orari e tariffe consultateci allo 0565 963006.
Nel caso ci sia un interesse, prima di prenotare l’alloggio vi consiglio di guardare tra le offerte di elbavacanze che ogni anno, affittando alcuni appartamenti a Marina di Campo, ma non solo, offre gratuitamente come promozione dei biglietti gratuiti per visitare l’isola.
Contattateci anche per il diving, noi collaboriamo con Riccardo, titolare di un importante ed accreditato Diving all’ Elba, autore di Un Tesoro subacqueo incontaminato.
Per chi soggiorna almeno una settimana all’Elba, la piccola isola di Pianosa è senz’altro un luogo da visitare, a piedi o in bicicletta o semplicemente per godersi le sfumature dal turchese al blu intenso di Cala Giovanna, l’unica spiaggia in cui è concesso fare il bagno… ma non preoccupatevi della limitazione: il fondale è talmente ricco di vita che ne avrete per un bel po’.
Se non ci siete mai stati vi consiglio di dare un’occhiata a questo breve post: Isola di Pianosa: prima impressione dove, oltre a diverse foto che danno l’idea dell’isola, è descritta la “prima impressione” che può farvi sbarcando in un luogo così particolare.
Se poi siete veramente curiosi di assaporare l’isola al tramonto e all’alba, potrete prevedere un soggiorno nell’unico piccolo albergo, l’Hotel Milena, che nella semplicità delle sue 10 camere vi offrirà una grande opportunità.
Pianosa generalmente stupisce sotto tanti aspetti, ma ce n’è uno che non vi aspetterete e che ha lasciato incredulo anche me, lo potete leggere in questo post: L’isola del Silenzio

cosa fare isola d'elba_monserrato porto azzurroSantuario di Monserrato “Sturm und Drang” all’isola d’Elba
Qualcosa che potrà sorprendere chi non conosce l’Elba è la sua varietà, sia naturale che culturale che potrete apprezzare sia nella diversità paesaggistica che nella varietà umana, naturalmente questa seconda caratteristica si è molto diluita col tempo.

Ma qualcosa rimane.
Ad esempio rimane un potente forte seicentesco, oggi adibito a carcere, alla base del quale nel tempo è nato uno dei borghi marini più deliziosi dell’isola d’Elba, quel Porto Azzurro di cui potete avere un’idea dalle foto e dalle informazioni contenute in questo articolo.
Porto Azzurro è stata fin dal XVII secolo un’enclave spagnola sull’isola d’Elba, oltre ai cognomi chiaramente spagnoli di molti dei suoi abitanti, vi sono forti risonanze nelle architetture del forte San Giacomo e di Forte Focardo, quest’ultimo si trova dall’altra parte del golfo, di fronte al paese, nei marmi della chiesa parrocchiale e anche nelle strette vie del centro storico.
Ma in questo angolo di Mediterraneo quel che più ci ricorda la Spagna è il Santuario di Monserrato.
Fu costruito esattamente nel 1606 dal primo governatore della piazza di Longone (Porto Azzurro fino al 1947 si chiamava così!), certo don Josè Ponçe de Leon, gran devoto di Nuestra Senora Morena, la “Madonna Nera” conservata nell’omonimo monastero di Montserrat, a un’ora e mezzo d’auto da Barcellona, in Catalogna. Anche se tra i due monasteri non c’è alcuna somiglianza architettonica, qualcosa che colpisce ancora oggi la fantasia del visitatore deve essere stato decisivo per la costruzione del santuario: il contesto ambientale.
E’ questo un aspetto che vi piacerà certamente e per il quale vale la pena di non mancare la visita.
Il Santuario è inserito in un aspro anfiteatro naturale di colline rossastre che donano alla piccola chiesa un fascino autenticamente romantico, lo stesso che probabilmente colpì Napoleone nel settembre 1814, quando, durante l’esilio elbano, visitò il piccolo santuario.
Seppure lo troverete chiuso, come succede di frequente, non mancherete di ammirare la felice posizione panoramica, con l’abside rivolta verso la catena collinare ed il sagrato verso il mare, se poi capitate dal 01 giugno al 15 settembre tra le 09.30 e le 12.30 e le 15.00-19.00, dovreste poter entrare all’interno, allora nell’angusta semplicità scoprirete un dipinto seicentesco, commissionato dallo stesso Josè Ponçe de Leon, raffigurante una madonna nera. Spesso viene detto che è la copia di quella di Monserrat, ma nel monastero spagnolo si tratta di una statua ignea, non di una pittura.
Dalla parte delle colline arriva un vecchio, minuscolo, acquedotto che fino a qualche decennio fa attingeva da una sorgente oggi secca.
Per arrivarci dovrete prendere la strada provinciale che da Porto Azzurro conduce a Rio Marina e dopo pochi minuti d’auto incontrerete sulla destra un bivio con l’indicazione del santuario. Potrete decidere se lasciare il mezzo al grande pino che presto incontrerete e proseguire a piedi per 10/15 minuti in una bella passeggiata o posteggiare proprio sotto il santuario.
In tutti i casi a poca distanza dal santuario, non vi sfuggirà una bella costruzione spagnoleggiante adorna di decine di alberi d’arancio, era il romitorio che oggi è stato trasformato con vero buon gusto in un bellissimo Bed & Breakfast, 5 sole camere con tanto di aranceto e vasca idromassaggio… se la cosa vi può interessare potete prenotarlo qui B&B Monserrato.

cosa fare isola d'elba_torre di san giovanni marina di campo

 

Chiesa di San Giovanni e Dintorni (molto belli)
Se anche appartenete alla categoria di coloro che non amano andare per monumenti, questa chiesa vi piacerà lo stesso.
Si tratta delle quattro mura perimetrali di un’antica chiesa romanica, siamo poco dopo l’anno mille, priva di copertura e affogata nella vegetazione. Da un punto di vista architettonico ne apprezzerete l’austera semplicità, con i blocchi di granito l’uno sull’altro intagliati con la precisione riservata ad una pietra preziosa, essi stanno insieme da 900 anni con un filo di malta e battono in durata le più sofisticate opere in cemento armato.
Ma se non vi entusiasma l’architettura romanica del pieno medioevo elbano, senz’altro vi piacerà il luogo e lo apprezzerete ancora di più se arriverete sul sagrato dell’antica chiesa di San Giovanni provenendo dal piccolo borgo collinare di San Piero (consiglio la lettura di questo articolo). Ovvero dopo poco più di una mezz’ora di cammino lungo un sentiero sopra il paese (dove avrete lasciato il mezzo) ben indicato ed immerso in un secolare castagneto. Immediatamente a seguire di una svolta del sentiero vi troverete davanti alla chiesa, potendo così gustare, dopo 30/50 minuti di solitudine, la confortevole presenza di un luogo sacro e sicuro.
Eh sì, perché questa chiesa era solidamente costruita fuori dal paese anche per dare riparo alla gente che viveva in giro per la montagna quando arrivavano “li turchi” che turchi non erano, ma svariate incursioni di piccola pirateria che da sempre hanno infettato il Mediterraneo. Questa monumentale presenza, canonicamente allineata con l’abside ad oriente, dove nasce il sole e da dove proviene il Messia, ha svolto per alcuni secoli molte importanti funzioni in un luogo evidentemente strategico, anche se oggi sembra del tutto “fuori mano”.
(Vedi anche questo articolo sul sentiero per la chiesa di San Bartolomeo.)
Da sempre deve essere stato un luogo di culto e di passaggio tra un versante e l’altro della montagna elbana. Ne è una prova la presenza, nel raggio di poche centinaia di metri, di una stupenda torre d’avvistamento recentemente restaurata, costruita sopra un grande masso di granito, anch’essa dello stesso periodo della chiesa di San Giovanni.
Tra i castagni, a poca distanza, si trova il romitorio cinquecentesco di San Francesco di Saverio, un missionario spagnolo che fu tra i primi a viaggiare in estremo oriente. Durante la mezza stagione vicino al romitorio scorre un ruscello di montagna che forma un micro habitat verdissimo e bellissimo, potete vedere qualche foto e leggere un articolo che tratta di questi corsi d’acqua dolce all’isola d’Elba in questo post.
C’è molto da visitare intorno alla più grande chiesa romanica dell’isola d’Elba e se vi piace il fresco della vegetazione potrete pensarci anche per un picnic.

 

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Rio Marina, prima che si uniformi
Nei corsi e ricorsi della storia, questo paese ha tenuto una posizione preminente per molti secoli, da quando era un semplice punto di approdo per le navi mercantili che venivano ad imbarcare il minerale di ferro, fino a diventare un vero e proprio paese industriale negli ultimi 2 secoli.
Poi le miniere di ematite, le stesse sfruttate dagli Etruschi 2.500 anni fa, hanno chiuso i battenti e Rio Marina si è trovata a fare i conti con gli anni del turismo di massa. E’ stato come mettere un campione di rugby a giocare come calciatore nel ruolo di centroavanti in serie A, pur avendo tutte le qualità di un campione si è dovuto adattare ad un gioco che non conosceva.
C’è voluto qualche decennio, ma oggi Rio Marina ha decisamente messo la prua verso la monocoltura elbana, il turismo. Però proprio questo ritardo di partenza, ha permesso di conservare alcuni tratti che da altre parti non troverete più.
Per scoprirlo però… ci dovete andare, meglio se dopo aver letto questo articolo.
Che cosa troverete in particolare?
Anche nella più scarna delle guide turistiche, vi parleranno degli antichi cantieri minerari da visitare con una guida ambientale o a bordo di un “trenino” acquistando un biglietto presso il locale Museo Minerario (Tel e info +39 0565 962088) situato proprio nel centro storico. E’ questa un’attività consigliabile anche ai più pigri, se poi avete al seguito dei bambini, si divertiranno moltissimo quando il conduttore del convoglio si fermerà invitandovi a cercare pezzi di minerale direttamente per terra, se proprio non avete voglia di emulare gli antichi minatori, senz’altro vi stupiranno i colori delle miniere a cielo aperto di Rio Marina.
Visitando il paese vi parrà che ancora oggi tutto giri intorno al ferro e alle miniere, in parte è vero, ma mentre una volta c’erano una quantità impressionante di buie e povere osterie, oggi vi troverete alcuni tra i migliori ristoranti e pizzerie dell’isola, un porticciolo turistico con passeggiata niente male e piccola spiaggia di sabbia luccicante.
Se vorrete dedicare qualche ora in più a questa parte dell’isola, vi consiglio le spiagge metallifere che troverete tra Rio Marina e Cavo (vedi questo post su Cala Seregola), oppure decidere di trascorrere qualche ora nelle piccole spiagge meridionali che s’incontrano lungo la strada panoramica che partendo dal paese arriva fino al “Porticciolo”, impossibile sbagliare, in tutti i casi leggete questo articolo che vi darà un’idea precisa della zona.

 

cosa fare isola d'elba_capoliveriTetti e il Belvedere di Capoliveri
A vederla dal continente, l’isola d’Elba si manifesta con due promontori quasi simmetrici, al centro il paese di Porto Azzurro, a nord le terre rosse di Rio con le sue antiche miniere di ferro a cielo aperto, a sud il promontorio termina in scogliere impervie e antiche, regno dei gabbiani e dominato dal Monte Calamita. Anche il promontorio del Monte Calamita è terra di miniera, qui però non si scavava l’ematite come a Rio in gradoni a cielo aperto, bensì la scura magnetite in una grande miniera sotterranea oggi aperta alle visite turistiche (per informazioni e biglietti +39 0565 935492), un grande pozzo minerario con diverse gallerie molto ampie a più di 50 metri sotto il livello del mare.
Il Monte Calamita è presidiato da un piccolo borgo collinare molto antico, vi sono infatti reperti archeologici etruschi e romani e l’impianto del paese è tipicamente medioevale.
Si tratta di Capoliveri.
Per molti secoli è verosimile che il Monte Calamita e di conseguenza Capoliveri stesso, sino stati uniti al resto dell’isola da un sottile istmo di terra paludosa o forse del tutto circondato dal mare e ancora “forse” proprio da questo essere “libero” dal resto dell’isola ne prende il nome.
Oggi ci si arriva facilmente con pochi minuti d’auto per una comoda strada provinciale e il paese è uno dei più turistici dell’isola. In particolare è conosciuto per le numerose cale e calette della zona occidentale, a questo proposito vi invito a vedere questi due articoli con relative immagini di spiagge non frequentatissime ma molto rappresentative della geografia locale:
Cuore di pietra
Spiaggia per giovanissimi Robinson Crusoe
Talvolta le piccole spiagge sono talmente frastagliate che neanche i residenti le conoscono, ne è un esempio Cala Peducelli, minuscolo arenile contornato dalle rientranze di una bassa scogliera che crea insenature e scogli piatti gradevolissimi.
Se visiterete il paese di Capoliveri la sera in alta stagione (luglio-agosto), lasciate l’auto a uno dei posteggi fuori il paese e preparatevi ad un camminata di una decina di minuti, oppure attendete il piccolo bus che fa la spola tra i posteggi ed il centro del paese, lo stesso bus effettua servizio navetta dal paese verso le principali spiagge che distano dai 3 ai 5 Km.
Troverete buoni ristoranti e pizzerie come in tutti i paesi elbani e soprattutto un dedalo di strette vie e passaggi coperti tipicamente medioevali con un belvedere stupendo nella punta occidentale del paese.
Capoliveri vale una sosta al tramonto e alle prime luci della sera, lo spettacolo dei suoi tetti e l’ampio panorama di golfi e mare che si possono vedere ripaga di un posteggio non facile.
cosa fare isola d'elba_escursioni sentieri elbaLa Passeggiata Perfetta
Ovviamente non esiste, poiché dipende da molte circostanze, tra le quali: stagione, dove vi trovate, che aspetto dell’ambiente vi interessa di più, quanto siete disposti a camminare…
Se vi trovaste dalle parti di Cavoli, una bella spiaggia nel versante meridionale dell’isola, di cui potete vedere alcune immagini in questo articolo, in inverno o nella mezza stagione, comunque sconsiglio in piena estate, un’escursione poco impegnativa alle antiche cave di granito, sarebbe un’ottima iniziativa, per informazioni e immagini vedi questo articolo.
Se invece vi trovate nel pieno della calura estiva e cercate un po’ di refrigerio, potete salire dal paese di Marciana verso la chiesa della Madonna del Monte. Alla partenza sarete già a 400 metri sul livello del mare, il paese con la sua piccola fortezza medioevale vi piacerà di sicuro e l’itinerario inizia tra il fresco di castagni secolari.
Prima di arrivare al santuario ci sono dei tratti al sole, ma l’altezza e la meravigliosa visione attenueranno le conseguenze del calore atmosferico. Arrivati alla chiesa, proprio davanti al sagrato, all’interno di una bella esedra di granito fine seicento, potrete dissetarvi ad una sorgente di pura acqua di montagna e non avrete fatto che poco più di 200 metri di dislivello!
Se però, una volta arrivati a Marciana, proprio non trovate la voglia di fare questi 30/50 minuti di camminata, potrete sempre godervi il paese, il centro visite del Parco Nazionale, o magari vi piacerà una sosta ad uno dei bar con vista panoramica… e chi vorrà andare andrà.
Mettiamo ora che invece vi Troviate a Porto Azzurro, in questo caso non mancate la breve (15/30 minuti), facile e panoramica passeggiata che dal paese conduce alla spiaggia di Barbarossa.
Essa parte dall’estremità orientale del paese, dovete cioè percorrere tutta la piazza sul mare e la successiva banchina portuale dove attraccano le barche dei pescatori e quelle delle forze dell’ordine, e già questa è una passeggiata gradevolissima. A quel punto la strada finisce, dietro il molo, verso il mare aperto, noterete una minuscola spiaggia sempre molto pulita e luminosa, è la spiaggia della Pianotta.
Continuate fino a quando troverete una scalinata in cemento che poi diventa un sentiero. Non è un sentiero per esperti, ma piuttosto per escursionisti della domenica, nonostante ciò non mancherà di darvi delle soddisfazioni. Il passaggio è sempre sul mare, in certi punti la scogliera e il mare offrono scorci mirabili. L’itinerario corre intorno al seicentesco Forte San Giacomo, oggi prigione di stato, noterete le imponenti mura, le garitte antiche e moderne, il filo spinato e i bastioni. L’arrivo è alla spiaggia di Barbarossa.
Infine vi proponiamo una facile passeggiata nel centro dell’isola, vicino a Portoferraio, un itinerario molto amato dai residenti, il sentiero 108.
Potrete lasciare l’auto o al bivio tra Enfola e Viticcio, in questo caso calcolate 15 minuti in più di percorso, oppure direttamente nel posteggio prospiciente agli uffici del Parco Nazionale. Da lì prenderete l’unico sentiero che s’inoltra sul promontorio dell’Enfola, il 108 appunto.
Questa collinetta si chiama Enfola (da Insula=Isola) a causa dello stretto istmo che la lega al resto dell’isola, è una bella passeggiata con poco dislivello, molto panoramica e in parte coperta da pini d’alto fusto.
Durante il percorso noterete a sud le bianche scogliere di Portoferraio con la bella spiaggia di Sansone in primo piano, a settentrione il grande golfo di Procchio e il massiccio del Monte Capanne.
Arrivati alla sommità potrete decidere di proseguire sulla destra effettuando il giro completo, calcolate circa 15 minuti in più rispetto ai 40/60 di salita e discesa (lentamente), oppure fermarvi al tavolo da picnic sulla vetta. Se optate per l’itinerario completo dovrete scendere nel bosco sul mare e dopo pochi minuti troverete un nuovo bivio, a sinistra chiuderete il cerchio ritornando al tavolo da picnic, a sinistra si scende per 15/20 minuti lungo un sentiero scosceso verso la scogliera. Tenete per mano i bambini e non fate chiasso, perché qui nidificano i gabbiani. Sulla punta del promontorio un faraglione di granito chiamato “La Nave”, a pochi metri dalla scogliera.
Dal vostro tavolo da picnic con panche, potrete ammirare il golfo di Viticcio in tutte le sue minuscole insenature, vi consiglio la visione di questi tre articoli dove sono descritti altrettanti arenili poco conosciuti e talvolta poco facili da raggiungere:
Bellezza senza nome
Tante spiagge pochi nomi
Grande è bello… e anche piccolo

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